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GP Cina rinviato, Imola avanza la propria candidatura

Le probabilità che l'avvicendamento vada in porto sono minime, per ragioni economiche e strategiche. L'autodromo si è proposto di rilevare il posto in calendario occupato da Shanghai

GP Cina rinviato, Imola avanza la propria candidatura
© sutton-images

F.P.F.P.

18 feb 2020 (Aggiornato alle 12:40)

Al dato strettamente sportivo, il rinvio – con sempre più i contorni della cancellazione – del Gran Premio di Cina a Shanghai, quale misura preventiva nei confronti dell’epidemia di coronavirus, porta con sé altre ricadute.

Di tipo economico, con le discussioni in merito al pagamento o meno dei diritti – circa 40 milioni di dollari – che il promoter verserebbe, in caso di regolare svolgimento dell’evento, alla FOM; di tipo “strategico”, poiché stante l’impossibilità di gareggiare in Cina, ai team – chiamati a esprimersi sul riposizionamento in calendario – farebbe comodo non poco snellire un campionato asfissiante per ritmi, senza contare un evento in meno ad “appesantire” il chilometraggio delle power unit. Valutazioni tutte da tenere in mente.

Pazza idea Imola

Un’alternativa allo svolgimento del GP a Shanghai, difficilissima nella sua realizzazione – proprio per le ragioni appena viste –, è stata avanzata dalla società di gestione dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola: perché non correre in riva al Santerno?

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Il direttore generale dell’impianto prima, Roberto Marazzi, il presidente della società di gestione, Uberto Selvatico Estense, a seguire, hanno confermato la determinazione di Imola e la proposta avanzata alla Formula 1 per subentrare alla gara di Shanghai. L'impianto è pronto, ha l'omologazione necessaria, gli ostacoli semmai sembrano essere altri e legati a quanto sopra. 

 “E’ una specie di missione impossibile, però perché no? Se Liberty vuole tutto è possibile. Sono un sognatore e ho sempre sperato che arrivasse questa opportunità, è molto difficile ma è concreta”, le parole di Selvatico Estense a motorsport.com.

Cina o nulla

All’aspetto romantico di una Formula 1 di nuovo in pista a Imola - assente dal 2006 - si sostituisce il dato opportunistico: la presenza in Cina per la F1 rileva anzitutto sul piano commerciale – di visibilità e presenza sul più grande mercato per l’industria auto, che registra anche il rinvio del Salone di Pechino – e posta una sua assenza irrimediabile fa certamente “comodo” disputare un mondiale su 21 gare piuttosto che recuperare altrove il week end di gara programmato a Shanghai.

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