L'uscita dalla F1 spiegata da Honda con la necessità di concentrarsi (investire) totalmente sull'elettrificazione per l'abbattimento delle emissioni di Co2, fino al target della neutralità di impatto ambientale della produzione nel 2050
Honda dice addio alla Formula 1. Perché? Lo scenario nell’industria automobilistica è in profondo cambiamento, dettato da normative sempre più stringenti sul contenimento delle emissioni inquinanti, un target di neutralità da centrare al 2050 e l’inevitabile spinta verso l’elettrificazione.
Scenari che chiamano i costruttori a grandi investimenti tecnologici, oggi sull’ibrido e con un elettrico da radicare e tradurre il grande tecnologia di massa; in prospettiva – ancora lontana – verso tecnologie di frontiera come le fuel cell.
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Come se il quadro non fosse di per sé sufficientemente sfidante per le case, costrette a investire in nuove tecnologie e con ristrettezze di bilancio che chiamano tagli e sinergie, il colpo sofferto con la pandemia ha ulteriormente aggravato la sfida.
A Tokyo, scorrendo l’impegno finanziario richiesto da una Formula 1 che non ha ancora definito un contenimento di spesa allo sviluppo delle power unit, scorrendo i risultati prodotti con Red Bull, devono aver avuto pochi dubbi nell’interrompere l’esperienza a fine 2021. Non si tratta del solo impegno di ricerca e sviluppo ma anche del contributo di sponsorizzazione in Red Bull Racing, a sommare decine di milioni di euro ogni anno.
Già 12 mesi fa, più o meno in questo periodo, le incertezze sulla futura presenza Honda in F1 erano su simili fondamenti: si decise per rinnovare di un anno la fornitura Red Bull e AlphaTauri, coprire tutto il 2021, riesaminando la vicenda F1 a distanza di un anno. Oggi.
E le spinte sull’industria dell’auto hanno portato Honda a canalizzare le risorse aziendali sulla ricerca e sviluppo, per centrare gli obiettivi di una produzione al 2050 caratterizzata dalla neutralità nell’impatto ambientale. Entro il 2022 tutta la produzione di serie Honda in Europa sarà elettrificata, passo importante sì ma non sufficiente.
Così, lo scorso aprile, è stata creata la divisione Innovative Research Excellence, Power Unit & Energy. Obiettivo: sviluppare le tecnologie motoristiche del futuro, dall’elettrico a batteria all’esplorazione continuare delle fuel cell – tecnologia sulla quale già Honda è al lavoro da molti anni –.
“Vediamo l’industria automobilistica attraversare un periodo di gran cambiamento unico in 100 anni. È da un po’ che abbiamo iniziato a comunicare l’intenzione di Honda di concentrarsi sulla creazione di nuovi prodotti per la mobilità e un nuovo valore per il futuro. Soprattutto, vediamo le nostre iniziative ambientali come una delle massime priorità Honda come un costruttore di mobilità. Honda nel 2010 ha fissato la visione di realizzare ‘la gioia e libertà della mobilità’ e ‘una società sostenibile nella quale le persone possono godersi la vita’; da allora, abbiamo compiuto progressi nelle nostre iniziative nell’impegno per l’eliminazione della nostra impronta ambientale”, spiega il presidente e a.d. di Honda Motor, Takahiro Hachigo.
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“In questo tempo, Honda ha preso la decisione di accelerare ulteriormente tali iniziative e di impegnarsi nella ‘realizzazione della neutralità carboniosa entro il 2050’ per poter realizzare una società sostenibile. A questo fine, il nostro obiettivo attuale di elettrificare due terzi delle nostre vendite auto nel 2030 diventerà un punto intermedio che dobbiamo superare prima di entrare nell’obiettivo 2050, perciò dobbiamo accelerae ulteriormente l’introduzione delle nostre tecnologie ‘carbon-free’.
Ci concentreremo sul rafforzamento della ricerca e sviluppo nelle aree delle future power unit e tecnologie energetiche”.
Va a concludersi l'esperienza in Formula 1 che, nell'insieme, ha mancato gli obiettivi di un ritorno alla vittoria dei titoli mondiali, posto che resta ancora un 2021 tutto da correre, sebbene in regime di continuità e congelamento tecnico sul 2020. Con Red Bull si sono compiuti importanti progressi nello sviluppo della power unit tra il 2018 (prologo in Toro Rosso) e il campionato in corso, arrivando a ottenere 5 vittorie, tuttavia senza poter dire ancora di valere il potenziale disponibile in Mercedes ed essere candidato alla pari per i titoli mondiali.
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