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GP Portogallo, Brawn: Leclerc come Schumacher e Hamilton

Il difficile 2020 tornerà utile a Charles quando avrà una macchina vincente. Ha saputo andare oltre la monoposto e trovare prestazione, un tratto che secondo Brawn lo accosta a Schumacher e Hamilton

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

26 ott 2020

Il percorso di sviluppo è confortante, perlomeno così dicono le prestazioni espresse a Portimao dalla Ferrari. La migliore SF1000 dell’anno, per la velocità in qualifica e, ancor di più, per un rendimento in gara che ha centrato il quarto posto per ritmo.

A stonare, ancora, è il confronto tra il rendimento di Charles Leclerc e quello di Sebastian Vettel. Guarda al GP del Portogallo e al campionato di Leclerc, Ross Brawn, un 2020 per la prima volta a dover far fronte a grandi limiti tecnici della monoposto, vissuto con una crescita personale rispetto allo scorso anno spiegata dal diretto interessato e che ha dato i propri frutti.

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“È stata un’altra prestazione molto competitiva di Charles e continua a dare motivazione alla Ferrari in vista del prossimo anno, dopo quella che è stata, finora, una campagna molto sfidante. Il team sa che quando saranno in grado di dargli una macchina più competitiva lui porterà il risultato”, commenta Brawn.

Leclerc ha scavato a fondo

“Un pilota può imboccare due vie quando si trova a fare i conti con una macchina difficile. Può demotivarsi, le prestazioni iniziano a calare e non è d’aiuto per nessuno. È un doppio colpo.

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Oppure, un pilota può fare quello che ha fatto Charles e scavare ancor più a fondo e trovare prestazione extra, che agevola il team quando le cose non vanno alla grande”, sono parole che rappresentano indirettamente i due modi di vivere questa stagione da parte di Leclerc e Vettel, con lampanti ragioni oltre il dato sportivo da considerare nel caso di Seb.

Oltre i limiti della macchina

“Passando per questo processo, quando si ritroverà una macchina sotto di sé sarà un pilota più forte. Spesso con Michael ci sono state gare che lui ha vinto e non avrebbe dovuto perché la macchina non era sufficientemente buona, ma lui riusciva a trovare il modo di vincere. Ed è questo ciò che fa un campione del mondo. Anche Lewis l’ha dimostrato, adesso ha una gran macchina ma ricordo quando vinceva gare e la macchina non era dalle massime prestazioni. E Charles sta facendo adesso cose simili in Ferrari”, conclude Brawn.

Un’investitura che, per proseguire sul medesimo piano, ha bisogno nel prossimo futuro di uno strumento all’altezza, di una macchina da mondiale.

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