GP Turchia, che sfida Istanbul: non chiamatelo tilkodromo

GP Turchia, che sfida Istanbul: non chiamatelo tilkodromo

Seppur appartenente alla generazione di circuiti nati dalla matita di Hermann Tilke, il tracciato turco offre spunti interessanti e rappresenta una sfida sia per i piloti che per gli ingegneri

11.11.2020 ( Aggiornata il 11.11.2020 12:23 )

Nove anni dopo, è ancora Istanbul Park. L'ultimo dei figliol prodighi di una stagione 2020 che, nelle difficoltà, è riuscita a regalarci qualche cavallo di ritorno di eccezione, tra Imola, Nurburgring ed Istanbul, senza dimenticare la prima assoluta del Mugello. Tra i tracciati al rientro quello turco è sicuramente quello con una storia infinitamente meno leggendaria, ma un tracciato che ha pur sempre qualche spunto interessante. Di certo, se la Turchia è stata una meteora nel calendario della F1, il motivo non lo si deve al disegno della pista, o comunque non solo a quello.

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Un tilkodromo? Nì...

Quello che è mancato, tra il 2005 ed il 2011, è stato l'amore del popolo turco verso il mondo dei motori, sia le due che le quattro ruote. La F1 in Turchia vi ha corso sette volte, il Motomondiale appena tre, ma tutto sommato l'Istanbul Park non è quasi mai stato messo sotto processo da parte dei piloti. Non è una Spa o una Suzuka, e nemmeno un'Imola, un Mugello od un Nurburgring, eppure più di un pilota a suo tempo aveva ammesso di essersi divertito. Il flash di quegli anni è sicuramente la curva 8, una fantastica piega tutta verso sinistra con ben quattro punti di corda. Farla in pieno con queste F1 non sarà un problema, almeno a serbatoi vuoti, e dovremmo vedere punte di 5g in quanto ad accelerazioni laterali. In più, un circuito non "piatto", ma che segue l'andamento di un terreno leggermente pianeggiante per dare vita a qualche dosso ed a qualche scollinamento. Meglio di tanti altri "tilkodromi", insomma. 

Gomme ed assetti

Asfalto piuttosto abrasivo e carichi laterali non indifferenti, soprattutto nella già citata curva 8. Ecco spiegato il motivo per cui al GP di Turchia vedremo impiegate le tre mescole più dure della gamma Pirelli, ovvero C1, C2 e C3, e sarà l'ultima apparizione stagionale per la C1. Con un carico aerodinamico piuttosto alto, lo stress per le gomme non sarà indifferente, e comunque la scelta della casa milanese è stata più conservativa anche per via della riasfaltatura della pista, su una superficie sulla quale nessuno ha riferimenti. Anche in questo senso, soprattutto nelle prime sessioni, aderenza e limiti delle vetture saranno da interpretare per i piloti, su una pista che è una sfida non solo per chi guida ma anche per chi ha il compito di analizzare i dati. Gli ingegneri infatti saranno chiamati a fornire ai propri piloti una vettura ben bilanciata e completa nell'assetto, visto che tra dislivelli, cambi di direzione e curve lente (soprattutto nel terzo settore) a questa pista non manca proprio nulla. La presenza di una doppia zona Drs (una tra curva 11 e 12, ovvero nel rettilineo di ritorno verso i box, la seconda nel rettifilo di partenza) farà virare i tecnici verso un assetto ad alto carico, dal momento che le due zone ad ala spalancata favoriranno le velocità di punta in qualifica e daranno una mano in gara.

Lewis per la settima corona

Si correrà senza pubblico, e non sarà troppo differente rispetto a quando ad Istanbul le porte erano aperte. Su quelle tribune, di pubblico se ne è visto sempre poco. Qualche bella battaglia in pista invece si è vista, come speriamo di vederne quest'anno. Qua Lewis Hamilton per due anni fece ruota a ruota con il suo compagno di squadra, Jenson Button, e rivedere la stessa scena tra le due Mercedes vorrebbe dire mettere un po' di pepe ad una domenica in cui l'inglese avrà il primo match point dell'anno: con 85 punti di margine (282 a 197), vuol dire che non deve perdere più di 7 punti da Bottas. Se infatti l'inglese si ritrovasse con 78 punti di margine dopo la bandiera a scacchi in Turchia, sarebbe già campione in virtù del maggior numero di successi stagionali. 

Battaglia di mezzo

Max Verstappen vestirà il consueto ruolo di outsider, un abito che sta indossando con grande dignità sin dall'inizio dell'anno. Farà il terzo incomodo mentre dietro di lui si scatenerà la solita, accesa battaglia nel gruppo di mezzo. Nel quale la Ferrari, dopo settimane difficili, ha dimostrato di saper stare. Ne farà parte Charles Leclerc, e, magari, anche Sebastian Vettel: ad Imola il tedesco ha mostrato un passo ottimo, peccato che sul Santerno sia sempre stato difficile sorpassare e che il box abbia rovinato tutto. Ma se Seb troverà le sensazioni dello scorso GP, magari potrà farsi vedere un po' anche lui, dopo tante, troppe gare spese nell'anonimato. Una scatto di orgoglio, magari, gli verrà ricordando che l'ultimo re in Turchia, in fondo, è stato proprio lui. Era il 2011 ed era anche un'altra vita.

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