L'anglo-thailandese, cui spetta un 2021 tra ruolo di terzo pilota e DTM, ha spiegato come le cose lo scorso anno siano migliorate troppo tardi, ma mettendo nel mirino un sedile per la prossima stagione
Alexander Albon ha avuto fin qui una carriera molto poco lineare, tra promozioni inattese e retrocessioni. A fine 2018, dopo la terza piazza in Formula 2, era destinato alla Formula E, ma la Red Bull alla fine lo scelse per farlo correre in Toro Rosso, e promuovendolo già a metà stagione in prima squadra. Dopo un 2020 sottotono però l'anglo-thailandese sarà costretto a guardare gli altri dai box, dividendosi tra il ruolo di terzo pilota e l'impegno nel DTM.
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Albon però non ha nessuna intenzione di mollare, come ha spiegato a RaceFans: "Sinceramente sul finale di stagione le cose stavano andando meglio, ma ovviamente era troppo tardi. Penso che la mia migliore gara dell'anno sia stata proprio ad Abu Dhabi, credo mi sia mancata un po' di esperienza, mi è sembrato che durante l'anno, lavorando con il mio ingegnere, a poco a poco stessimo comprendendo ciò che doveva essere fatto per ottenere le prestazioni. E quello è un processo continuo. Forse alcuni risultati non sono stati eccezionali, ma il percorso generale stava migliorando. Quest'anno non sarò spesso in macchina, per prima cosa tutto ciò che posso fare è imparare. Sarò ai box ad ogni gara, e dal punto di vista tecnico potrò capire come opera il team in una maniera più approfondita".
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Poi Alexander ha proseguito spiegando che la RB16 non era affatto una vettura docile: "La macchina dello scorso anno non era facile da guidare. So che se mi fossi sentito più a mio agio avrei potuto avere prestazioni migliori, ed è quello che sto facendo per rendere la RB16B una macchina migliore, ho lavorato su molte cose questo inverno. Mi è già successo nella mia carriera di vivere situazioni del genere, per cui non è stato poi così desolante, diciamo. Non ci sono stati violini in sottofondo, si tratta più che altro di ripartire. Ora ho più fiducia in me stesso, so di potermi rialzare e questo è il mio obiettivo. Quello che ho imparato è chiedersi, alla fine della giornata, 'quanto lo vuoi?', e io lo voglio più di chiunque altro sulla griglia. Da questo trovo molta determinazione, ho già superato momenti così grazie al duro lavoro che ho fatto. E rivoglio un sedile".
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