GP Arabia Saudita: i top e flop

GP Arabia Saudita: i top e flop© Getty Images

Comunque andrà a finire, Lewis Hamilton e Max Verstappen sono i mattatori di questo mondiale e meritano applausi, anche dopo una domenica oltre le righe; bravo pure Giovinazzi, mentre Masi e Tsunoda perdono la bussola

06.12.2021 15:07

TOP

Lewis Hamilton

La ferocia, la voglia di non abdicare, la fame di chi dopo sette titoli pensa solo all'ottavo. E' dovuto ricorrere a tutto il repertorio per battere un Verstappen sopra le righe, rispondendo pure lui con cattiveria e malizia: non ha voluto passare Max per non concedergli il Drs, rischiando di ritrovarsi senza ala; poi alla fine ha preferito accompagnare Verstappen all'esterno in quello che è stato il sorpasso decisivo della giornata, dopo che al rivale era stato nuovamente intimato di far passare il 44. E così, eccolo a pari punti prima di Abu Dhabi: sembrava dura dopo il Messico, quando si leggeva e si sentiva parlare, forse in maniera un po' troppo poco ponderata, di una Mercedes ormai spalle al muro. Di sicuro non era messa bene, ma poi la squadra ha svoltato nelle prestazioni da Interlagos in poi ed ecco la tripletta, la prima di questa stagione per l'inglese. Contano poco, adesso, le 103 pole position, le 103 vittorie ed i successi su ben 31 circuiti differenti; adesso conta solo resettare Jeddah, riprendere le forze mentali e presentarsi ad Abu Dhabi con una inevitabile tensione tutta da gestire. Nella consapevolezza di potersi aspettare tutto da Max.

 

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Max Verstappen

Dilapidato tutto il +19 post Messico, in una rincorsa senza freni da parte di Lewis. E Max è rimasto così, stordito dopo Interlagos, battuto a Losail, arrabbiato a Jeddah, dove se l'è presa con i commissari. In Arabia Saudita ha cercato in modo evidente l'incidente, normale chiedersi di cosa potrà essere capace ad Abu Dhabi. Anche se sarebbe meglio pensare ai fatti suoi: l'anno scorso a Yas Marina ha interrotto un dominio argenteo di sei edizioni consecutive e sulla carta il tracciato degli Emirati Arabi pare sposarsi meglio alla Red Bull rispetto a quello di Jeddah, dichiaratamente pro Mercedes alla vigilia. Ci saranno le incognite legate alla pista, quelle legate alle macchine, e poi quelle legate alla tenuta mentale: non può scioglersi proprio adesso, deve resistere, anche se la portata dell'evento rischierebbe di far venire le gambe di ricotta a chiunque. Meglio pensare ad andar forte: in qualifica è stato strepitoso fino all'ultima curva, in gara ha fatto due staccate da urlo ed ha tenuto un ritmo eccezionale nonostante sulla sua macchina le gomme fossero destinate a crollare, come poi è avvenuto, molto prima rispetto a quelle della Mercedes. Ha corso divinamente per tutto l'anno, ora arriva l'esame più difficile.

 

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Antonio Giovinazzi

Non serve neanche chiamarli punti di speranza. Quella se n'è andata, il suo sedile è già stato assegnato ad altri. Eppure, che soddisfazione correre così in una giornata da delirio collettivo, su una pista che facilitava errori, incidenti e caos. Ha sbagliato Alonso, ha sbagliato Raikkonen; non ha sbagliato lui, perfetto dall'inizio alla fine in una domenica in cui si è preso la soddisfazione di tenersi dietro per qualche giro pure le Ferrari. Il 9° posto di Jeddah rappresenta il suo miglior risultato stagionale e, forse, il biglietto d'addio ad una squadra che non lo ha messo nelle migliori condizioni nella stagione decisiva. Questo piazzamento non cambia la sostanza delle cose, né per lui, ormai destinato ad altri lidi, né per la squadra, ormai rassegnata alla penultima piazza nel Costruttori; ma dà sollievo e regala un sorriso nel commiato dalla F1. Ma dà tanto, tanto orgoglio. Lui l'ha vista così, condividendo la sua soddisfazione sui social: “Quando si fa più dura, quando la pista non perdona, quando sai che tutto dipende da te. E' in questi momenti che mi esalto, sono questi i punti che contano di più”.

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