Il decadimento delle gomme è stato un punto chiave durante i test, Pirelli si attende condizioni di caldo meno estremo per la prima gara stagionale. Ecco i fattori chiave
Dai test in Bahrain è emerso un degrado molto elevato delle gomme Pirelli. Verso il week end di gara, verso il GP del Bahrain, lo scenario è destinato a essere differente. Lo sarà per le temperature, visti i momenti chiave - qualifica e gara - programmati a sera, con temperature dell'ambiente e dell'asfalto che saranno molto al di sotto i valori record (fino a 57° C l'asfalto nei test) registrati la scorsa settimana.
Porta in pista la gamma di mescole più dura, Pirelli: C1, C2 e C3 per affrontare le sfide della tracciatura di Sakhir. Asfalto il più abrasivo del mondiale, aderenza però media - condizionata dalla sabbia che, in caso di vento, finisce in pista -.
Sterzi a parte: La Ferrari compie 75 anni aspettando il Bahrain
È un circuito dal forte stress longitudinale e verticale sulle gomme, per il ripetersi di importanti staccate e ripartenze nelle quali chiedere il massimo in trazione, impegnando le gomme posteriori. Tradizionalmente gara da più pit-stop, il piano strategico sarà più chiaro dopo le libere del venerdì, in funzione del degrado. Una pista destinata a una marcata evoluzione della gommatura, aiutata da due gare di contorno, F2 e F3.
"Per questo primo Gran Premio abbiamo optato per le mescole più dure della gamma considerati il layout pista, le caratteristiche dell'asfalto e le temperature ma anche perché le mescole sono completamente diverse rispetto agli anni precedenti. I team hanno già avuto la possibilità di familiarizzare con la gamma pneumatici da 18 pollici 2022 avendo effettuato un totale di sei giorni di test con tutte le mescole, anche se non sempre in condizioni rappresentative", analizza Mario Isola.
Le pressioni prescritte da Pirelli prevedono 22,5 psi all'anteriore e 20,5 psi al posteriore. L'accento posto dalla tracciatura sulla frenata diventa ancora più importante alla luce delle caratteristiche delle macchine 2022: pesanti, difficili da "far girare" nel lento e gestire nella parte terminale della staccata.
"Sappiamo dal passato che le temperature della pista possono svolgere un ruolo importante in Bahrain, influendo sul degrado dei pneumatici, e questo lo abbiamo notato anche nei recenti test.
Durante la gara le temperature dovrebbero essere più miti rispetto a quelle di FP1 e FP3, quindi i team dovranno concentrarsi sui dati che riusciranno a raccogliere in FP2 e nelle qualifiche. È ancora difficile prevedere la strategia di gara: in passato il Bahrain è stata una gara con più soste, ma sarà interessante vedere se qualcuno proverà qualcosa di diverso quest'anno", conclude Isola.
Link copiato