GP Emilia-Romagna: i top e flop

FLOP

Charles Leclerc

Eh sì, stavolta finisce dietro alla lavagna. Può succedere, nessuno è infallibile: l'importante è fare tesoro degli errori. Un grande insegnamento di Imola è quello che ogni tanto occorre accontentarsi, perché i mondiali si vincono anche con i piazzamenti. E' un qualcosa, forse, che a lui manca per il semplice motivo di non aver mai lottato per un titolo. Passi per la partenza, è il taglio alla Variante Alta del 53° giro quello finito sotto la lente di ingrandimento, e menomale per lui che non sia finita peggio (epilogo possibilissimo, tra l'altro, considerando che è andato in barriera). In difficoltà di gomma, con la squadra ha provato a mettere le soft per l'assalto finale alla piazza d'onore, il che significa sempre prendersi dei rischi; l'altra opzione era arrendersi, gestire l'usura e chiudere tranquillamente al 3° posto alzando i tempi sul giro. Hanno scelto la prima, a Maranello, forse poco inclini ad accettare la sconfitta non tanto nei confronti di Verstappen quanto nei confronti di Perez. Quando si ha una bella macchina e l'avversario diretto ha già due buchi su tre in classifica, la parola d'ordine sarebbe “massimizzare”. Il quale, in questi casi, è un verbo sempre preferibile a quello di “sbagliare”.

Leclerc: "Colpa mia, 7 punti buttati"

Lewis Hamilton

Via radio gli ha chiesto scusa anche Toto Wolff, imbarazzato quanto lui nel vedere “il miglior pilota al mondo” imparare a memoria gli scarichi dell'AlphaTauri di Gasly. La vera differenza, tra Russell ed Hamilton, l'ha fatta la partenza della domenica: George è passato da 11° a 6°, Lewis da 14° a 12°. Sopravanzato Magnussen (giro 12), Russell ha potuto correre praticamente a pista libera, mentre Hamilton è rimasto nel traffico e da lì non si è più mosso. A colpire, l'incapacità (o l'impossibilità), per il sette volte campione del mondo, di crearsi un'alternativa nell'attacco a Gasly, complice anche un Drs praticamente vano: all'inizio non si poteva usare l'ala mobile, ma quando è stato dato l'ok dai commissari pure Pierre poteva usarla avendo Albon davanti, da qui un trenino tutt'altro che piacevole per chi aveva voglia di rimontare. Il doppiaggio è un'onta che Lewis non ha potuto evitare ma che non deve neanche sorprendere, data la Mercedes di questo inizio di stagione. Una Mercedes a cui basta un intoppo (o un tappo, come nel caso di Gasly) per diventare di colpo una macchina da centro classifica. “Non è lui ai minimi, è la vettura che lo è”, ha tuonato Toto Wolff in difesa di Sir Lewis. La cui classifica, anche nei confronti di Russell, comincia a farsi pesante.

Hamilton: "L'unica cosa buona è aver finito la gara"

Mick Schumacher

Solamente due piloti titolari, se si esclude Hulkenberg, non hanno preso punti in questo avvio di stagione: lui e Nicholas Latifi. Il che non è certamente un complimento considerando la differenza prestazionale tra le due macchine. La realtà, inutile nascondersi, parla di un Mick Schumacher in difficoltà, soprattutto nel confronto interno con Kevin Magnussen, un metro di paragone certamente più severo di Nikita Mazepin. Mick è uno abituato a lavorare con calma e lucidità, e lo farà anche adesso: ma la stessa lucidità servirebbe in gara. E dire che il fine settimana si stava mettendo bene, con la decima posizione nella sprint race che invitava ad avere fiducia verso una corsa da iniziare in quinta fila, vale a dire la casella più avanzata in cui lui abbia mai preso parte ad un GP. Solo che al Tamburello, di fatto, era già tutto finito: si è intraversato, è andato in ghiaia, è sprofondato in fondo al gruppo e da lì non ha più recuperato, complice anche un'altra escursione alla Variante Alta. L'appuntamento con i punti è stato ulteriormente rimandato: speriamo solo che il digiuno possa finire presto, anche per fare un click mentale.

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