Chi è Bryan Bozzi, il nuovo ingegnere di pista di Leclerc

Chi è Bryan Bozzi, il nuovo ingegnere di pista di Leclerc

Il nuovo ingegnere di pista di Charles Leclerc si chiama Bryan Bozzi: laureato in ingegneria meccanica all'università di Bath, è entrato subito in Ferrari ricoprendo vari ruoli, fino a prendere il posto di Xavi Marcos

10.05.2024 15:38

Bath si trova in Inghilterra, nella contea di Somerset. Per i più, è una cittadina dal nome semplice ("bath", in inglese, significa bagno), così chiamata perché i romani vi costruirono delle terme accessibili ancora oggi. Per gli appassionati di storia e architettura Bath, dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, è la città delle uniche terme naturali del Regno Unito, mentre per Bryan Bozzi è stata soprattutto un punto di partenza: perché da lì, dall'Università di Bath, è partita la sua scalata al mondo della Formula 1. 

Dalla laurea in ingegneria meccanica al ruolo di ingegnere di pista di Charles Leclerc, oggi Bryan Bozzi è il nome nuovo che avanza in F1, destinato alla rapida celebrità che colpisce tutti gli ingegneri di pista, almeno quelli che lavorano a supporto dei piloti di punta.

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Da Bath alla cuffia di Leclerc

Finora poco si conosce di questo ingegnere destinato ad avere più notorietà e visibilità nei prossimi mesi, quando la sua voce diverrà colonna sonora dei team radio di Charles Leclerc. Ciò che è dato sapere, è che dopo la laurea in ingegneria meccanica all'università di Bath Bryan ha bussato alle porte della Ferrari nel giugno del 2012, quando ha varcato i cancelli di Maranello con un impiego da ingegnere dedicato a ricerca e sviluppo in galleria del vento. Nel dicembre del 2014 è invece passato nel gruppo degli aerodinamici (Aero Track Group Engineer), un impiego durato all'incirca quattro anni, fino al novembre del 2018, quando è stato promosso a Performance Engineer. Da subito, dunque, ha fatto parte della sfera di Charles Leclerc, avendo lavorato sulla vettura del monegasco in tutti gli anni di Charles a Maranello. Da Imola invece diventerà la sua spalla ed i suoi occhi fuori dalla pista, ovvero il suo "Race Engineer": un passo grande arrivato a 12 anni dalla sua assunzione in Ferrari.

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Gli esempi di Max e Lewis

Conoscersi già sarà un vantaggio per Leclerc e Bozzi, chiamati ad instaurare in corso d'opera un rapporto che è forse il più importante per un pilota dal punto di vista professionale. Tra pilota e ingegnere di pista deve esserci piena sintonia, non solo nel lavoro ai box ma soprattutto in gara, quando i rapidi scambi di battute tra macchina e muretto possono risultare decisivi nell'economia di un GP. Un sottile equilibrio tra freddezza ed emotività, numeri e sensazioni, è ciò che serve per fare la differenza: basti guardare gli alter ego di Leclerc e Bozzi in griglia di partenza per capire come l'ingegnere di pista sia più di una voce che arriva nel casco di chi guida. Vengono a mente Gianpiero Lambiase e Max Verstappen, Peter Bonnington e Lewis Hamilton: collaborazioni professionalmente solidissime sfociate in amicizia anche fuori dalla pista. L'augurio è che funzioni così anche per Leclerc e Bozzi: ad Imola non ci sarà solo una nuova Ferrari, ma pure una nuova voce nel casco di Charles.


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