Uno straordinario Verstappen doma le McLaren e le Mercedes, entrambe con il potenziale per vincere; domenica disastrosa invece per i due piloti della Ferrari e per Perez
L’errore è grave, perché è il solo responsabile. La scusante è che aveva una macchina difficile da guidare: rimedia (per colpe sue) un danno all’ala ed al fondo, prova a lottare ma con una macchina in cui ha perso carico e forse bilanciamento basta forzare un attimo per commettere uno sbaglio, cosa che puntualmente avviene.
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Il danno alla Pu è innegabile, e con esso una gara in cui non può inventarsi praticamente niente. Si concede qualche escursione di pista, soprattutto con una slick montata nel peggior momento possibile: un azzardo che non paga in un weekend nero. Poco altro da aggiungere, pagina da voltare il prima possibile.
Tre errori in 25 giri, a muro senza grosse sorprese in una corsa che in realtà, più per lui che per altri, sarebbe l’occasione giusta per lasciare il segno. I segni li lascia troppe volte sulle fiancate della Williams, ed iniziano ad essere tanti: la F1 sembra una faccenda troppo complicata per lui, il tempo sta per scadere.
Era difficile fare peggio per “festeggiare” il rinnovo di contratto appena strappato alla Red Bull. Pessimo in qualifica, mai sugli scudi in gara, fino all’errore che lo mette ko: il team lo ringrazia, perché a costo di beccarsi una penalità in griglia nella prossima gara porta ai box la macchina ed evita che venga nuovamente chiamata in causa la safety car, solo un intralcio per Verstappen.
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