Nel giorno di un Verstappen falloso e nervoso, ecco il primo successo per Piastri: Norris onesto nel finale, ma ha la colpa di perdere la testa della corsa al via. Ferrari a piccoli passi, bene Tsunoda, bravissimo Hamilton
Era una sensazione comune, che prima o poi avrebbe vinto un GP. Ci riesce al tentativo numero 35: solo Alonso, Hamilton, Leclerc e Verstappen ci hanno messo meno nell’attuale griglia di partenza. L’avrebbe voluta vivere diversamente? Forse, ma resta pur sempre il primo successo della carriera con gioie e sensazioni annesse. Non era il più veloce, almeno nell’ultimo stint, ma il team ha voluto comunque premiare un percorso di crescita deciso e lampante, oltre che una partenza ed una prima parte di gara accorta, mettendo una pezza al disagio che il muretto stesso aveva creato. Per tanti la prima vittoria ha significato una svolta: sarà così anche per lui?
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Una cifra che ha dell’incredibile: 200 podi in carriera. Perfetto negli undercut cut, freddo nei duelli con Verstappen, fortunato (al pari di Max, s’intende) ad uscire indenne dal contatto tra la sua anteriore destra e la posteriore sinistra dell’olandese. Una corsa stupenda, insomma, su una pista che gli è sempre piaciuta: finalmente è tornato a divertirsi con questa Mercedes.
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Il voto è alto, perché alto è il rendimento e nel finale ne aveva pure un pelo di più. Però, questa storia che scivola nei momenti decisivi inizia a pesare: nelle tre pole in carriera (più la partenza davanti nella sprint in Cina), non ha mai tenuto la testa della corsa per più di due curve. Poi dopo puoi essere veloce quanto vuoi, ma devi metterti nelle condizioni giuste: aiutati che Dio t’aiuta, si dice. Ecco, forse deve lavorare su questo: essere il primo “assistman” di se stesso.
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