GP Abu Dhabi: i 5 temi del fine settimana

GP Abu Dhabi: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Max chiude vincendo, la Ferrari cogliendo il secondo posto in entrambe le classifiche, la F1 salutando un pilota che si è fatto voler bene da tutti: Sebastian Vettel

21.11.2022 ( Aggiornata il 21.11.2022 11:30 )

Una stagione incredibile

“E' stata una stagione incredibile”. Lo sottolineava Max Verstappen, lo ribadiva con forza Christian Horner. La comunicazione Red Bull nel post gara sembrava preparata volutamente su un tema, su quanto sia stata trionfale l'annata 2022 per il team di Milton Keynes. E poi si sono affrettati a farlo ancora, sui canali social, sciorinando foto e numeri di una stagione che li ha visti portare a casa 17 vittorie, 8 pole position, 5 doppiette ed ovviamente i 2 titoli insieme a qualche altro primato, storico e personale: nessuno aveva mai vinto tante gare in un anno come Verstappen (15), mai la squadra aveva portato a casa così tanti successi nell'arco della stessa stagione, abbastanza per consegnare alla storia la RB18 quale progetto più vincente nell'intera carriera di Adrian Newey. E ce ne voleva, per artigliare un traguardo del genere. Sapete qual è stata l'ultima squadra a cominciare l'anno con un doppio ritiro per poi finire con i due titoli? La Williams del 1997: ed anche in quel caso, anche se ormai partente, il progetto era di Adrian Newey.

Questa voglia di sottolineare quanto ottenuto rivendica da parte della Red Bull un certo orgoglio ed il desiderio di ricordare che razza di stagione la scuderia austro-inglese abbia appena concluso, soprattutto nell'anno dell'addio al suo fondatore Dietrich Mateschitz. Possono averlo fatto per tanti motivi, magari anche per far passare sotto traccia l'ultimissimo obiettivo mancato, quello della doppietta nella classifica Piloti. Perché va bene tutto, ma non chiudere con un sorriso a metà dopo un campionato così: e dal loro punto di vista è stato bene sottolinearlo. La vittoria di Interlagos della Mercedes e la buona, ottima gara della Ferrari, in grado di soffiare a Perez la medaglia d'argento, rischiavano di oscurare un finale di stagione comunque vittorioso, col solito noto Max Verstappen.

Max è stato ancora una volta perfetto, in tutto e per tutto. In qualifica e soprattutto in gara. Ha imparato l'arte della gestione, perché sembra un controsenso ma a volte, in alcune domeniche, serve andar piano per poter andare... forte. E' il caso di gare tattiche, è il caso di gare come quella di Abu Dhabi: non serviva a nulla spingere per i primi quattro o cinque giri di uno stint se poi la gomma crollava. In questo senso, è una lezione, l'ennesima, per Sergio Perez: il messicano, che storicamente è sempre stato uno dei migliori nella gestione dei pneumatici, quest'anno ha dovuto prendere appunti anche in quest'area, salvo sporadiche eccezioni. Con lui, ad Abu Dhabi, la strategia ad un singolo pit-stop non funzionava, per questo al muretto sono andati sicuri, nel suo caso, con la doppia sosta. Questo per dire il livello di rendimento raggiunto da Verstappen, un vecchio potenziale campione divenuto ormai certezza in ogni senso, dopo aver limato quasi tutti gli spigoli di una condotta di gara non sempre perfetta, specie nei primi anni. Ha tutto per rimanere su questo livello per tanti altri anni, ma lui stesso è consapevole che “sarà difficile fare meglio”. Tutti i torti, non li ha.

L'anno era iniziato con due Red Bull ritirate, apparentemente in affanno nel confronto con la Ferrari. E' finito con una RB18 che sul tracciato di Yas Marina ha messo in pista il meglio del suo repertorio: la squadra ha potuto permettersi il lusso di andare in pista con l'ala posteriore ad alto carico pur non perdendo la supremazia in rettilineo, grazie alla solita efficienza che ha fatto la differenza per tutto il campionato. Per fare un esempio pratico, è come se la Red Bull, soprattutto nella seconda metà dell'anno, abbia disposto di una coperta lunghissima: spostarla più su o più giù non cambiava la situazione, non lasciava scoperto alcun punto della prestazione. Ripetersi a questi livelli sarà difficile, anche perché la riduzione in galleria è un'incognita che in tanti si stanno sbrigando a liquidare come “buffetto” troppo presto. Inoltre le novità regolamentari sul fondo, per quanto non una rivoluzione, imporranno interventi mirati, ed in una F1 di equilibri sottoli mai dare niente per scontato. Una leggerezza che, c'è da scommetterci, in Red Bull non commetteranno.

Horner, l'orgoglio del capo


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