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Fabiano Polimeni
22 mag 2025
Due anni fa diede una "spallata" al muretto fuori dalla Anthony Noghes per raddrizzare la traiettoria e andare a prendersi una pole incredibile; con essa una grande fetta della vittoria poi maturata in gara. Oggi Max Verstappen arriva a Monaco consapevole che c’è un rincorsa difficilissima alla McLaren per continuare a restare nel treno dei contendenti al titolo mondiale. Arriva da vincente e convincente a Imola, con una Red Bull in crescita sì ma l'interrogativo: lo sarà anche su una pista storicamente difficile come Montecarlo?
Non si lascia trasportare dal risultato recente, anche se le sensazioni in macchina sono state le migliori da inizio anno. “Se prendi la media tra Miami e Imola non è che siamo andati così alla grande. Dobbiamo mantenere la calma, Imola è stato un ottimo week end, dopo un venerdì non buono.
Dobbiamo continuare a capire la macchina, forse siamo riusciti a capirla meglio con l’assetto che abbiamo trovato. Questa penso sarà una pista difficile, finora siamo stati competitivi solo su piste con curve veloci, Monaco non fa parte di questa tipologia e sarei più cauto con le aspettative. Vedremo da domani dove saremo. Storicamente non siamo mai andati benissimo sui circuiti cittadini, spero possano cambiare un po’ le cose”, racconta al giovedì nel Principato.
Tra Montecarlo, Barcellona e Montreal capiremo definitivamente quanto saranno aperti i giochi per il titolo tra McLaren e Verstappen, quindi Red Bull ma solo in chiave mondiale Piloti. “Non si tratta di crederci per il campionato ma vedere quali risultati ottieni in gara, dobbiamo sfruttare al massimo ogni situazione.
A questa domanda, un anno fa avrei risposto sì, che avremmo vinto facilmente il titolo. Poi le cose cambiarono totalmente. Da qui a fine anno non vivrremo una stagione lineare e noi dobbiamo ancora migliorare in tante aree, proveremo a riuscirci”, avverte.
Il primo passo da fare sarà quello di costruire il ritmo con pista e macchina già dal venerdì, poi tuffarsi in qualifica alla ricerca della pole, sempre e comunque fondamentale.
“Quella di Monaco è una qualifica speciale, perché spingi sì ma la pista si evolve durante la sessione e devi uscire nel momento giusto, considerando anche il traffico. C’è sempre una linea sottile con il rischio che sei disposto a correre sin dall’inizio, ed è determinante perché su una pista ‘normale’ avviene tutto in modo più lineare: se c’è grip hai più spazio e puoi trovarti a tuo agio. Su questa pista non lo sei mai, sei sempre al limite, per cui in qualifica devi seguire l’evoluzione della pista, trovare un buon ritmo, far sì che la macchina ti piaccia e le gomme siano nella giusta finestra. Sembra semplice ma non va in modo così lineare e con sei mescole in gamma dovremo tutti capire come andranno quest’anno”.
Resta cauto sugli effetti che avrà l’obbligatorietà del secondo pit-stop in gara: “Penso che potrebbe andare in entrambi i versi, continuare a essere una gara lineare, oppure, diventare una gara pazza per le Safety Car che potrebbero uscire. Sarà fondamentale prendere le decisioni giuste, i 2 pit-stop obbligatori possono mettere un po’ di pepe alla gara. Con una sosta bastava far bene quella e potevi arrivare alla fine mantenendo la concentrazione e non andare a sbattere. Con le 2 soste qualcuno potrà giocare d’azzardo, scegliendo i tempi giusti per andare al box”.
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