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Debora Figoli
29 mag 2025
Alla vigilia del Gran Premio di Spagna, Fernando Alonso ha annunciato ufficialmente il suo nuovo ruolo di ambassador del Circuit de Barcelona-Catalunya, consolidando ulteriormente il proprio legame con il mondo del motorsport anche fuori dalla pista. A 43 anni, nella sua ventunesima stagione in Formula 1, il due volte campione mette la sua esperienza al servizio di uno dei tracciati più iconici del calendario.
“È un onore e un privilegio, e sono molto felice di essere ambassador del Circuit de Barcelona-Catalunya, un circuito così speciale per me e per tutti i tifosi spagnoli, che ci ha regalato tanta gioia” ha dichiarato Alonso. Il Montmeló non è solo un impianto da rappresentare, ma un luogo simbolico nella carriera di Alonso. “È un circuito strettamente legato alla mia carriera – ha aggiunto – perché è stato il primo in cui ho provato una monoposto, quando ero ancora nei kart. È la pista su cui ho sicuramente percorso più giri in tutta la mia vita, dai test pre-stagionali alle gare e ad altre attività”. Una pista che rappresenta per lui un luogo ricco di emozioni e che gli ha regalato due vittorie memorabili nel 2006 con Renault e nel 2013 con Ferrari, entrambe accolte da un’esplosione di entusiasmo del pubblico di casa.
Nel suo nuovo incarico, Alonso si occuperà della promozione internazionale del circuito e sarà coinvolto nella formazione delle nuove generazioni di piloti, contribuendo con la sua esperienza unica. Un passo importante per l'impianto catalano, il cui contratto con la Formula 1 scade nel 2026, e che dovrà affrontare la concorrenza del nuovo Gran Premio di Madrid. “È fondamentale che il Circuit de Barcelona-Catalunya rimanga in calendario – ha sottolineato Alonso – per le sue strutture, per la sua tradizione e per il suo radicamento nelle competizioni”.
Il commento del campione spagnolo apre anche a una riflessione più ampia sul futuro della Formula 1, sempre più orientata verso circuiti cittadini e location esotiche, spesso favorite per motivi commerciali. “Ci sono circuiti urbani nelle grandi città e altri con strutture incredibili in Medio Oriente – ha concluso Alonso – ma esistono anche tracciati storici dove è stata scritta la storia di questo sport. Tutte le opzioni devono essere valutate, ma credo che questi circuiti debbano essere mantenuti e, soprattutto, che la sicurezza in pista non debba essere sottovalutata".
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