Nuovi team, Jordan: "Sbagliata la tassa d'iscrizione da 200 milioni"

Nuovi team, Jordan: "Sbagliata la tassa d'iscrizione da 200 milioni"

Eddie Jordan è tornato sulla questione dei possibili nuovi team, criticando apertamente la scelta della F1 di imporre una regola di tassa di iscrizione di 200 milioni di dollari per chi vuole entrare. Un qualcosa criticato non solo da lui...

24.03.2021 ( Aggiornata il 24.03.2021 17:39 )

Troppi pochi partecipanti in Formula 1? Ne abbiamo parlato nel nostro Sterzi a parte di questa settimana, per un tema che coinvolge e scalda. Se non vediamo nuove squadre in Formula 1, specialmente in questo periodo storico, buona parte della "colpa" è della tassa di iscrizione di 200 milioni di dollari che spaventa molti investitori che hanno l'idea di tuffarsi nel Circus. Ed Eddie Jordan, uno che di nuovi team se ne intende, ha apertamente criticato questa tassa.

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Oggi non potrebbe esistere una Jordan Gran Prix

Recentemente Stefano Domenicali ha ammesso che la tassa potrebbe essere tolta o comunque rivista. In tanti sostengono che sia una cifra eccessiva, che scoraggia possibili nuove squadre, e contro questa tassa si è lanciato come detto Eddie Jordan a RaceFans: "Penso che sia qualcosa di assolutamente e fondamentalmente sbagliato. Aumenta il valore per le squadre esistenti, poiché le persone acquisteranno una squadra piuttosto che istituirne una nuova. Io non sono favorevole, perché rende lo sport un po 'come un franchising e squadre come la Jordan non sarebbero potute nascere. La mia squadra ha attraversato la Formula 4, la Formula 3 e la Formula 3000 ed ha vinto tutte le gare in quelle categorie per poi ottenere la Superlicenza per entrare in F1. Questa tassa impedisce tutto ciò, quindi sono totalmente contrario".

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La F1 può impedire la partecipazione ad altre squadre?

Su questa tassa molte sono state le discussioni, anche da un punto di vista legale. Joe Saward, noto giornalista britannico, nel suo blog aveva parlato proprio di questa faccenda discutendo in termini molto critici questa quota di iscrizione: "Faccio fatica a pensare che il dover pagare i tuoi concorrenti per partecipare non sia una specie di cartello che limita il libero commercio. E la cara vecchia Unione Europea è piuttosto incline a farla finita coi cartelli". Un'accusa neanche troppo velata, che fa capire come la questione possa esulare dai confini sportivi della F1 per finire in quelli ben più importanti dell'Antitrust

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In attesa

Non esiste nessuna legge che imponga alla F1 di essere un campionato a numero chiuso limitato a dieci squadre. Dai dieci team attuali si potrebbe dunque salire quantomeno ad undici, e tra i nuovi papabili era venuto fuori il nome della Monaco F1 Racing Team, una società che ha già avviato discussioni con Liberty Media. Ufficialmente, quella di Domenicali è stata l'ultima dichiarazione da parte della F1 sulla possibilità di avere nuovi costruttori, ma da allora non c'è stata alcuna novità. Come per tante altre cose in F1, la sensazione è che si dovrà aspettare ancora.

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