Copertina tutta per Max Verstappen, ma complimenti anche a Lewis Hamilton per la tenacia ed a Gasly per una prestazione perfetta; bocciati Sainz, Tsunoda e...
Rivedibile. Un errore nelle prove libere ci può sempre stare, specie su una pista così insidiosa, ed è il tempo perso nelle FP3 che probabilmente non gli ha permesso di essere ancora più a suo agio tra qualifica e gara. Può darsi che la rincorsa per dargli una macchina integra abbia impedito alla squadra di settare nella maniera corretta la SF21 numero 55, di sicuro lo spagnolo ha lamentato una mancanza completa di feeling con la macchina il giorno della gara: “Mancava aderenza sia davanti che dietro, non mi sentivo bene ed è la prima volta che succede. Non voglio che accada più”. Preoccupante è stato il crollo nel suo secondo stint, con gomma dura: prima della sosta (giro 31 per Carlos, giro 34 per Charles) con la morbida lo spagnolo aveva tenuto tutto sommato il ritmo del compagno di squadra, tenendosi ad una manciata di secondi; con la C1 invece il figlio d'arte ha perso progressivamente terreno, facendosi recuperare da Alonso (molto distante a metà gara) per poi farsi sorprendere proprio nel finale, transitando sotto la bandiera a scacchi dietro al connazionale ma soprattutto a mezzo minuto dalla vettura gemella. La SF21 con le mescole più dure non ha mai fatto faville, ma le difficoltà di Carlos sono state preoccupanti anche se, probabilmente, si tratterà di un caso isolato.
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Spiace infierire, ma la prestazione di Gasly, confrontata con la sua, impone un'altra bocciatura. Ha perso tutte le FP1 per un problema sulla sua AT02, ma è una scusante troppo piccola rispetto alla differenza prestazionale tra qualifica e gara tra lui e Pierre. Scattato 14°, Yuki ci ha provato ed a suo dire il passo non era male, anche se è stato difficile vederlo dal momento che era imbottigliato nel traffico. E' rimasto nel gruppo fino al 48° giro, tornata nella quale ha dovuto alzare bandiera bianca per un danno alla trasmissione. Ritiro per colpe non sue, ma il cronometro, nel fine settimana di Zandvoort, è stato impietoso.
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Se cambiando gli addendi il risultato non cambia, allora ci sta che il problema non siano gli addendi. Le due Haas arrivavano a scontrarsi quando a guidarle c'erano Romain Grosjean e Kevin Magnussen, ma succede lo stesso adesso che ci sono Nikita Mazepin e Mick Schumacher. I primi due erano piloti già esperti con l'ansia di essere, come poi avvenuto, a fine carriera in F1, mentre gli altri due hanno l'esuberanza dei debuttanti; ma in entrambi i casi pare che la squadra americana non riesca a gestire la competizione interna. Scontato dunque che sulla graticola ci vada Gunther Steiner, la cui politica interna, al momento, non pare funzionare. Per un pilota è frustrante dover correre sempre in fondo e questa è la scusante dei piloti, ma ci vorrebbe una disciplina che al momento, tra Nikita e Mick, non c'è. Tra i due non scorre buon sangue, ed a Zandvoort la storia si è arricchita di altri due episodi. In qualifica Schumacher all'ultima curva ha provato a passare il compagno nel giro di lancio, provocando l'ira del russo: in quel frangente Mick si era accorto che stava arrivando a tutta Vettel ed ha provato a togliersi di mezzo affiancandosi alla vettura gemella; entrambi i piloti hanno rischiato una penalizzazione e solo l'intercessione di Seb con i commissari ha evitato ciò, con Vettel a spiegare ai commissari che i colleghi, in fondo, avessero ben poco altro da fare dal momento che si ritrovavano in fondo ad un trenino di vetture intento a lanciarsi. La faccenda però deve essere rimasta in sospeso nel box Haas, e secondo Schumacher la chiusura ad inizio gara da parte di Mazepin è stata semplicemente una “vendetta”. Steiner ha cercato di fare buon viso a cattivo gioco, promettendo un nuovo incontro prima di Monza: una pace tra i due è probabilmente impossibile, ma almeno una tregua è troppo importante da raggiungere.
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