GP Australia: i top e flop

GP Australia: i top e flop© Getty Images

Un eccezionale Leclerc ed una Ferrari strepitosa dominando la scena, mentre Carlos Sainz si fa male da solo, così come la Red Bull; Russell sorride e Albon sorprende

11.04.2022 ( Aggiornata il 11.04.2022 14:15 )

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Charles Leclerc

La Ferrari che ha sempre sognato. Lui se ne prende cura con mani da chirurgo, abbinate ad un piede che non fa sconti a nessuno. Charles Leclerc gode, si diverte, vince. E sorride, ripensando a quanto ha sofferto negli ultimi due anni. Un pilota tutto cuore che ci provava sempre, che non voleva accettare l'idea di una Ferrari costretta a correre per modesti piazzamenti. Da qui alcuni lampi con la SF1000 e la SF21, ma anche parecchi errori per la volontà di provarci sempre e comunque. Adesso invece non serve più prendersi i rischi, basta fare quello che la macchina permettere di fare: ovvero tantissimo, viste le prestazioni. Ma c'è anche lui, nell'inizio stratosferico di campionato che stanno vivendo a Maranello: frena e accelera nello spazio di pochi metri, esaltando le caratteristiche della vettura; non sbaglia mai ed ha un controllo tale che si può permettere il lusso di fare una sfilza di giri veloci a piacimento. Insomma, sembra il prologo delle storie migliori. Guai a lasciarsi andare, ma anche tra i ferraristi bisogna scindere tra tifo e oggettività: da un lato le inevitabili, logiche e giuste scongiure del tifoso, dall'altro una realtà che mette la Ferrari F1-75 davanti a tutti senza il minimo dubbio. Niente di definitivo, con 20 gare ancora da correre ed una curva di sviluppo deciamente ampia per tutti quanti; ma la base di partenza rasenta la perfezione. Tanto da poter permettere a Charles Leclerc il primo grande slam della carriera, ovvero pole position, vittoria, giro veloce e gara condotta in testa dall'inizio alla fine. E' il 26° pilota della storia a riuscirci, il primo in Ferrari dal GP di Singapore 2010, nell'unica volta in carriera in cui Fernando Alonso è riuscito a portare a casa questo particolare traguardo. Charles ci è riuscito all'83° apparizione, ma i dati che contano veramente sono altri: 71 punti raccolti su 78 disponibili (ha portato a casa il giro veloce tre volte su tre), +34 sul primo inseguitore, Russell. Una sola sbavatura in tutto il weekend, quella alla ripartenza dopo la seconda safety car; poi tutto in scioltezza, compresa la pole (0”286 su Verstappen) e soprattutto la prima vittoria in cui “abbiamo potuto gestire un bel vantaggio”. Vero: Spa e Monza 2019, oltre che Sakhir 2022, erano arrivate tutte alla fine di un duello lungo ed intenso. Melbourne 2022, invece, è stata una passeggiata. Chissà che darebbe per farla diventare una meravigliosa abitudine.

Leclerc ed il lusso di non dover strafare

George Russell

“E comunque a Spa l'anno scorso per me è stato un podio a tutti gli effetti!”. Rivendicava con orgoglio la piazza d'onore in Belgio nella passata stagione, George Russell, di fronte a chi gli faceva notare che quello di ieri era il primo podio conquistato dopo una gara vera e propria. Con la stessa onestà, ha ammesso come dal suo punto di vista tutto sia andato bene nella domenica australiana, con la safety car uscita al momento giusto: Perez ed Hamilton si erano già fermati, lui no. E così si era preso due posizioni, anche se quella a Sergio alla fine l'ha dovuta restituire causa inferiorità tecnica del mezzo. Glielo hanno pure fatto notare dal muretto e lui non l'ha presa bene, ma non aveva proprio il passo per difendersi. Tuttavia si è tenuto dietro Lewis, e non è una cosa da poco. Hammer aveva qualche problema con le temperature del motore, e gli è stato suggerito di tenersi lontano dalla vettura gemella. Sebbene in casa Mercedes il duello interno sia l'ultimo dei problemi, un qualcosa che ai piloti non fa mai piacere sentire. Così, a posizioni congelate, George ha potuto viaggiare sereno verso il primo podio con indosso l'argento. Da qualcosa si deve pur cominciare.

Russell: "Due volte fortunati, ma alla fine siamo sul podio"

Alexander Albon

Lando Norris (e chi sennò) lo ha preso pure in giro: “Amico, non dovevi fermarti! Chi se ne frega delle regole”. Lui alla fine del siparietto ha riso divertito, e ne aveva tutte le ragioni. Del resto chi se la sarebbe immaginata una Williams a punti partendo dall'ultima posizione? Melbourne 2022 ha tutte le ragioni per essere inserita tra le migliori gare in carriera di Alexander Albon, uno il cui percorso ha avuto tutto tranne la prevedibilità: in seguito ad una carriera formativa priva di titoli vinti se non nei kart, l'anglo-thailandese, dopo una grande stagione in F2 dove si era giocato il titolo con Russell e Norris (non due qualunque), pareva destinato alla Formula E con la Nissan, e invece gli si aprirono inaspettatamente le porte della F1; saltò in Toro Rosso ed a metà campionato, complici le deludenti prestazioni di Gasly, si ritrovò addirittura in Red Bull con appena mezza stagione di esperienza alle spalle; la fortuna era essere a Milton Keynes, il problema avere al fianco Verstappen: uno che lo ha stritolato senza mezze misure. Perso il posto, ha lavorato per ottenerne un altro, svolgendo un prezioso impegno al simulatore in Red Bull come terzo pilota. Ed ora eccolo qui, in Williams, ad inventarsi una strategia apparentemente folle, inaspettata pure per la stessa Williams che in gara ha navigato a vista, scoprendo giro dopo giro che le gomme dure sulla FW44, oltre a dare un ottimo rendimento, continuavano pure a funzionare bene senza degrado. Da qui lo spiraglio fortinito dalle lotte nella bassa zona punti, che hanno permesso ad Alex di creare quel margine per effettuare la sosta al penultimo giro e rientrare in pista 10°, davanti a Zhou. Che dire, un capolavoro. Del team e del pilota.

Albon: "Nella seconda parte di gara sempre giri da qualifica!"


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