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Il rafforzamento dell'area tecnica Ferrari è in atto e vedrà arrivare nuove figure, operative nei prossimi anni. Vasseur parla delle difficoltà di tipo geografico e l'importanza di creare un gruppo vincente
Fabiano Polimeni
22 giu 2023
Inseguire il "grande" tecnico straniero, in una sorta di salvatore della patria, pare essere una grande illusione che ciclicamente si è affacciata come la "soluzione" alle difficoltà della Ferrari. Salvo tralasciare il per nulla trascurabile dato di grandi tecnici italiani approdati in Inghilterra, a lavorare per squadre rivali, con il loro bagaglio di competenze formate nella Motor Valley.
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La Ferrari, Frederic Vasseur, è al lavoro per potenziare la struttura tecnica e un "nome che farà rumore" è stato messo sotto contratto, perché inizi a lavorare a Maranello dal 2025.
Tutt'altro che facile andare a caccia di tecnici. Non solo per la Ferrari. Vale ricordare le difficoltà enormi che ha avuto Renault al ritorno in prima persona in Formula 1, per condurre uno scouting di profili che fossero di primissimo livello e ricostruire la struttura di Enstone. Eppure, per la oggi Alpine, il fattore geografico non esiste, essendo Enstone in quel perimetro inglese intorno al quale gravita la Formula 1.
Vasseur ha ricordato, semmai servisse, quanto per la Ferrari entrino in gioco fattori ulteriori nell'andare a caccia di tecnici. Un dettaglio che diventa ancor più di peso se il mito del Cavallino rampante non è più sufficiente a far presa. "Non ci troviamo nella stessa situazione, perché ti puoi spostare da Red Bull a Mercedes mantenendo gli stessi orari, i ragazzi alla stessa scuola e puoi cambiare dal venerdì al lunedì. Tutto è perfetto.
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Se vuoi spostarti in Italia, questo richiede un approccio diverso, devi modificare l'ambiente familiare e così via. È anche vero che, una volta in Italia, penso sia più difficile lasciare: la qualità della vita in Italia è mega e il cibo è molto meglio. Certe volte è un fattore che entra nelle discussioni, perché sono tecnici che devono spostare la famiglia e dipende dalla situazione in cui si trovano con i bambini. Non è sempre facile.
Ho vissuto la stessa situazione in Sauber, era difficile chiedere di arrivare ma, una volta che erano in Svizzera, restavano", spiega il team principal a Sky Sports.
Altri problemi si trovano a dover fronteggiare le squadre inglesi che, "il big", lo hanno in casa. Red Bull non ha fatto mistero dei ponti d'oro proposti dalle squadre rivali per strappare i tecnici più importanti. Offerte economiche di molto superiori a quanto - molto - offerto a Milton Keynes.
"Sono arrivato un paio di mesi fa e va capita la situazione prima di iniziare il processo di ingaggi, che è lungo e porterà tecnici ad arrivare tra 12 o 24 mesi. Non è qualcosa che avviene da un giorno all'altro, siamo nel bel mezzo del percorso.
In Formula 1 ci sono tutti i grandi nomi, spesso mi viene chiesto di Max, di Lewis, degli ingegneri di vertice. Certamente li vorresti ma alla fine devi capire dove sei debole e provare a migliorare passo dopo passo. I grandi nomi in Formula 1, se non sono parte del progetto sin dall'inizio, non sono convinto che aggiungano valore. Se arrivano e vogliono cambiare tutto, parliamo di 2-3 anni più altri 2-3, ed è un tempo troppo lungo. Noi abbiamo una buona struttura e dobbiamo sicuramente rafforzare la squadra: ci stiamo lavorando ma non è solo una questione di grandi nomi.
Il peso del gruppo, in una squadra di quasi 1.000 persone, è molto più importante del peso del singolo".
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